RAGGIUNGERE I TUOI OBIETTIVI

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OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE SMART

Di solito quando chiedi ad un atleta, ad un allenatore se ha degli obiettivi da raggiungere, se ha un’idea di ciò che vuole, di ciò che desidera, molto spesso ti risponde con obiettivi molto vaghi.

Perché se non ho ben chiaro in testa cosa voglio, oppure non ho ben chiaro cosa voglio realizzare o come voglio realizzarlo, quel che poi viene, va bene.

Il problema sta proprio nel fatto che “quel che viene”, a volte non va bene.

Molte volte quando chiedo agli atleti che cosa vogliono veramente, difficilmente mi danno una risposta decisa e precisa, di solito mi rispondono con COSA NON VOGLIONO!

Per esempio: “non arrivare ultimo”, “non fare brutta figura”, “non perdere la gara”, “non fare troppi errori”, “non retrocedere”, ecc.

Nella pratica siamo bravissimi a porci degli obiettivi “sgrammaticati” che si possono addirittura ritorcere contro diventando delle trappole mentali, come ad esempio se parliamo di obiettivi troppo difficili o troppo facili o troppo generici.

Voglio migliorare come … ”.

Secondo voi è un obiettivo che ti può portare da qualche parte?

Cosa vuol dire migliorare?

E soprattutto quale grado di miglioramento sarà considerato accettabile? Quando saprai che hai raggiunto il tuo obiettivo per potertene porre uno nuovo? È motivante?

L’obiettivo è la rotta da seguire e pertanto, intuitivamente, più è chiaro e preciso più sarà facile porre in atto le strategie più adeguate per raggiungerlo.

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. (Lucio Anneo Seneca)”

Nel mental coaching si usano varie formule per costruire obiettivi utili, funzionali e motivanti.

Quella più usata, perché più semplice, immediata, intuitiva è la formula SMART, migliorabile in SMART-P.

Smart è un termine inglese che ha molti significati tra cui sveglio, intelligente, abile, furbo, brillante, spiritoso.

In questo caso è usato sia per il suo significato inglese sia come acronimo di:

S-pecificità = chiaramente definito

M-isurabilità = misurabile in termini oggettivi

A-zione = orientato all’azione

R-ealismo = raggiungibile (ma sfidante)

T-empo = il suo raggiungimento deve essere fissato in un arco di tempo preciso

P-ositivo = deve essere espresso in positivo, quello che voglio raggiungere e non quello che voglio evitare

A seconda della tipologia di sport, non è sempre così immediato riuscire a confezionare un obiettivo secondo questa formula, soprattutto nella misurabilità.

SPECIFICITA’ e MISURABILITA’

Torniamo all’esempio di prima: come allenatori, volete che i vostri giocatori migliorino nella schiacciata.

A seconda del livello e dell’età sarete sicuramente in grado di determinare il livello di partenza, piedi a terra, con rincorsa, direzionata etc. e quindi il punto di arrivo: con rincorsa, 50% in campo, buona percentuale, definibile, contro muro.

La misurabilità non deve essere necessariamente legata ad una cifra, deve comunque consentire di percepire quando hai raggiunto l’obiettivo e per essere pronto, quindi, per un altro obiettivo.

AZIONE

Riguardo all’orientamento all’azione, questo avviene se il raggiungimento del tuo obiettivo è sotto il tuo controllo per un valore prossimo al 100%.

Dire che voglio vincere la prossima gara, ci sta, perché so che l’avversario è alla mia portata, ma di per sé questo obiettivo non mi fa muovere, se non per darmi carica motivazionale.

Per ottenere la vittoria devo riuscire a fare tutto quello che mi propongo, ma tutto poi dipende sempre da come l’avversario farà la sua gara.

Quindi vincere la gara va bene per lo spogliatoio, ma per prepararla ed allenarsi, ci vogliono degli obiettivi che ti portino a “far qualcosa per …”.

REALISTICO

Dentro al Realistico c’è molto del valore motivazionale dell’obiettivo SMART.

L’obiettivo ci dà la direzione da seguire, ma segna, al contempo, il confine al di là del quale sarà difficile riuscire ad andare.

Una volta stabilito l’obiettivo, il nostro inconscio si adopererà per farci stare all’interno di quel limite, come il gas che non ha un volume suo proprio e si espande in base alle dimensioni del contenitore.

Raggiunto l’obiettivo, ci si rilassa anche se ci potrebbe essere una vocina che ci dice che potremmo andare oltre.

Di contro, sovradimensionare l’obiettivo, porsi degli obiettivi irreali, significa andare a schiantarsi contro il muro della delusione e frustrazione, autostima e fiducia nelle proprie capacità, insomma, in caduta libera.

Quindi obiettivi leggermente sovrastimati ma realistici, sfidanti e motivanti, appetibili e immaginabili.

TEMPO

Il fattore tempo è fondamentale perché, senza una scadenza temporale, abbiamo l’alibi per posticipare sia la partenza che l’arrivo, che potrebbe quindi non arrivare mai.

Darsi una scadenza aiuta la nostra mente a focalizzarsi e organizzarsi.

Inoltre consente la pianificazione della tabella di marcia, e questo, a sua volta, permette di frazionare l’obiettivo in obiettivi a medio e a breve termine, o predisporre dei check durante il percorso.

E la pianificazione va fatta a ritroso: prima dobbiamo capire se la meta è raggiungibile con le risorse e il tempo a disposizione, poi possiamo organizzare il programma di lavoro.

POSITIVO

Infine l’obiettivo deve essere espresso in positivo in quanto sappiamo già come il nostro cervello non riconosca la negazione e come reagisca ad essa mettendo in atto la legge della profezia autoavverante.

“Non voglio perdere”, uguale due volte autogoal, perché?

Primo autogoal, non riconoscendo la negazione faccio comparire nella mia mente l’immagine della sconfitta;

Secondo autogoal, non dò spazio a immagini della vittoria, con tutte le annesse sensazioni piacevoli e motivanti.

“Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta. -Henry Ford”.

Come preparare, predisporre, raggiungere obiettivo ben formato come suddetto, lo trattiamo più ampliamente nel nostro corso on line “ALLENARE GLI ALLENATORI AD ALLENARE”, rivolto agli allenatori e alle Società sportive.

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