FEEDBACK: COME UTILIZZARLO NELLO SPORT

/ / ALLENATORI, SPORT COACHING
scritta feedback in rosso su un vetro

Siamo alla terza parte dell’argomentato feedback.

Come abbiamo detto nella prima parte uno dei presupposti della PNL è: “Non esiste fallimento, ma solo feedback!”.

Molte persone, molti atleti, molti allenatori quando sentono questa frase restano increduli. Eppure è così!

Non c’è storia di vera crescita, personale, professionale o sportiva, che non sia stata costruita attraverso errori, sconfitte, delusioni e fallimenti!

Spesso per noi l’errore equivale al fallimento, da qui la paura di sbagliare.

Se appena nati avessimo pensato in questo modo oggi non cammineremmo.

Il bambino impara a fare cose nuove provando, sbagliando, riprovando, ripetendo il processo fino ad ottenere il risultato desiderato senza sentire nel frattempo alcun senso di fallimento.

Noi siamo programmati per sbagliare e riprovare.

Thomas Edison, l’inventore della lampadina, non considerò ogni tentativo d mancato di farla funzionare come un fallimento, ma come un successo conseguito nel restringere il campo ed eliminare soluzione non efficaci. Infatti una delle sue frasi più lette dice:

“Io non ho fallito, io ho solo trovato 10.000 modi in cui non funziona”.

Quindi attraverso questi “insuccessi” uno analizza cosa sia successo, impara e migliora costantemente attraverso l’uso del giusto feedback!

I successi sono graditi, ovviamente, ma è pur vero che insegnano poche cose!

Alcune vittorie si sa si conseguono solo perdendo delle battaglie!

Dovremmo fallire più volte in modo da conoscere la realtà!

Solo così possiamo metterla in discussione, interrogarci e capire di cosa abbiamo bisogno la prossima volta che tentiamo di portare il risultato a casa!

Purtroppo, come Mental Coach Sportivo, incontriamo tutti i giorni persone che vivono un fallimento come la fine di tutto!

Fortunatamente non è così!

Fatti questa domanda:

“Cosa ho imparato da questa esperienza?”

Fattela ogni volta che non ottieni ANCORA quello che vuoi!

Non limitarti a dire cosa non va, sottolinea anche quello che va, quello che funziona.

Sottolineare quello che va porta l’atleta a ripetere e rinforzare il gesto valido e ad eliminare quello non valido, con in più un senso di appagamento e di soddisfazione che motivano molto di più del senso di frustrazione di fronte a continue correzioni.

In qualsiasi gesto tecnico vi è una progressione nell’apprendimento, quindi accompagnare l’atleta alternando feedback positivi e correzioni ne aumenterà la motivazione e la determinazione a continuare per migliorarsi.

Se pensi che questo articolo  sia stato utile  per te condividilo sui social.

articolo di Bruno Sbicego e Antonella Brugnoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *