LA SCONFITTA: CINQUE DOMANDE DA PORSI

/ / ALLENATORI, PROGETTO DANZA, SPORT COACHING
sconfitta, aforismo

La sconfitta va messa in conto.

Sei consapevole di accettare il fallimento per continuare a crescere, ossia che per riuscire a vincere bisogna SAPER PERDERE?

Vincere è facile, la sconfitta porta a pensare agli errori fatti, alla delusione nostra e delle persone che credevano in noi, tutti gli aspetti negativi dell’insuccesso e ci disperiamo.

La sconfitta lavora dentro di noi e, talvolta, procura ferite che non si rimarginano al punto che, atleti non temperati o non consapevoli, possono arrivare all’abbandono dopo una cocente sconfitta.

È difficile andare d’accordo con gli insuccessi perché occorre molta più energia rispetto a quella necessaria per godere delle gioie di una vittoria.

E tutto questo ha un prezzo molto alto in termini di autostima e di energia necessaria per continuare a perseguire i propri obiettivi.

Michael Jordan dice che nella sua vita ha fallito molte volte ed è per questo che alla fine ha vinto tutto e che dopo ogni errore lavorava sempre di più per migliorarsi.

Fortuna? Più ti alleni e ti perfezioni, più attiri la fortuna!

Che fare nella sconfitta?

Di solito la prima reazione è lo “SCORAMENTO”.

Invece, rivolgiti una domanda:

“Cosa è meglio per me ora?”

Fai subito pace con il tuo errore, accetta la sconfitta, ringraziala con un sorriso per l’insegnamento che ti ha dato.

Mettila da parte consegnandola al passato e torna immediatamente nel tuo presente con la spinta di una rinnovata fiducia.

Più rapidamente riuscirai a superare il momento negativo e più ti rafforzerai.

Una cosa utile è porsi delle domande, non domande qualsiasi, ma delle domande cosiddette “potenti”.

Le domande “potenti” sono 5:

Una prima domanda da non sottovalutare è:

“COSA MI È PIACIUTO E COSA NON MI È PIACIUTO” della mia prestazione.

Ricordati che il risultato che hai ottenuto è: ”la somma algebrica tra quello che hai fatto e che avresti potuto o dovuto non fare e ciò che non hai fatto e che avresti potuto o dovuto fare”.

Le altre 4 domande le troviamo all’interno di quella che definisco “la formula del miglioramento” e che contiene sottrazioni e addizioni:

COSA MI È PIACIUTO

COSA NON MI È PIACIUTO +

COSA AVREI POTUTO FARE

COSA AVREI POTUTO NON FARE MIGLIORAMENTO

Il vero atleta vincente è colui che reagisce alla sconfitta con una nuova motivazione verso il prossimo obiettivo, verso il miglioramento.

La vocina dell’atleta vincente dice: “quante volte ho perso, ma mi rialzo subito più forte di prima e la prossima volta, vinco IO”.

L’atleta vincente che fallisce un obiettivo accetta la sconfitta, studia dove e perché ha sbagliato per trarne insegnamento, archivia l’errore e riparte immediatamente verso il prossimo obiettivo.

Il nocciolo è l’ACCETTAZIONE DELLA SCONFITTA!

Finché non ammetterai di aver sbagliato, non potrai passare alla fase successiva, quella della comprensione e quindi al miglioramento.

La lezione di una sconfitta viene ricordata molto più a lungo delle emozioni effimere legate ad una vittoria.

Bisogna accettare la sconfitta, cancellare immediatamente l’idea di mollare, assumersi la responsabilità dei propri errori, niente alibi, e recuperare in fretta la propria autostima.

La delusione del momento deve diventare la forza esplosiva per una vittoria più bella, quella che deve ancora venire, come diceva Enzo Ferrari.

O continui a credere che puoi crescere e migliorare, oppure ti autoelimini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *