LA PERFORMANCE

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lavagna con scritta evidenziata performance

Per ottenere una ottima performance dicono che bisogna allenarsi fisicamente, tecnicamente e tatticamente.

E mentalmente? Quanti lo fanno? E se lo fanno, come lo fanno?

Ricordiamoci sempre che il peggior avversario è la nostra mente.

Basta anche un solo piccolo pensiero per mandare all’aria il lavoro di mesi di allenamento.

Oggi grazie ad alcuni strumenti della PNL non guardiamo più alla nostra mente come ad un avversario, perché, se le conosciamo e sappiamo come funziona, possiamo allearci con le nostre paure.

La formula della Performance ottimale è:

PERFORMANCE = POTENZIALE MENO INTERFERENZE

L’allenatore si occupa del potenziale, il Mental Coach si occupa (dovrebbe) dell’allenamento mentale.

L’allenamento mentale si occupa delle interferenze.

Le interferenze possono essere esterne o interne.

Quelle esterne sono per esempio, caldo, freddo luce, tifosi, giudici;

quelle interne sono il nostro dialogo interno, quello che ci diciamo.

Ma, anche quelle esterne, possono diventare interne, dipende da come le percepiamo.

Facciamo alcuni esempi:

Interferenza VENTO, PIOGGIA, FREDDO:

se l’atleta ne prende atto, se si è allenato per adattarsi a quella situazione, resta interferenza esterna: “c’è vento ok, ma c’è per tutti nello stesso modo”.

Se invece la subisce pensando: “oddio oggi c’è vento/piove, questa non ci voleva”, diventa interferenza interna (dialogo interno negativo).

Pallone nuovo, palestra calda/fredda, tanta/poca luce, etc.:

stessa cosa, se so è allenato per quelle situazioni, si adatterà e sarà una interferenza esterna, e il suo dialogo interno sarà: “Ok, vale per me ma anche per gli altri”.

Se invece comincia a dirsi: “Fa troppo caldo/fa troppo freddo”, “Con questa luce non vedo bene”, “Se alzo gli occhi c’ è troppa luce e mi abbaglia”, “Oh no, con quel pallone non mi trovo”, dimenticandosi che anche gli altri gareggiano nella sua stessa situazione, diventa interferenza interna, dialogo interno negativo, che poi si trasforma in alibi.

Se invece io atleta, mi sono allenato anche mentalmente a vivere queste situazioni, sarò in grado di controllare, minimizzare, gestire le interferenze.

Ed ecco che la formula della performance cambia, e diventa:

PERFOMANCE = POTENZIALE + RISORSE

Perché allenandomi mentalmente mi conosco meglio, mi organizzo, mi alleno a quelle situazioni e, quelle che prima erano interferenze, poi diventano risorse.

Io, come atleta, divento addirittura più forte.

Perché l’atleta che sa gestire le interferenze esterne, che sono oggettive, ha sicuramente un valore aggiunto.

Perché, pur gareggiando nelle medesime condizioni degli altri, sa gestirsi meglio, quindi ha più risorse.

Può sembrare banale, ma non lo è, è un qualcosa in più che ti fa fare al meglio la tua performance.

Le interferenze non gestite, provocano uno stato emozionale che impedisce all’atleta di accedere alle sue potenzialità, viene chiamato sequestro emozionale.

Grazie alla Neuroplasticità, e al lavoro con gli strumenti forniti dal Mental Coach, l’atleta imparerà a gestire le interferenze per non andare in sequestro emozionale.

Andare in sequestro emozionale, significa andare in dialogo interno negativo, chiudere i canali di collegamento auditivi, cioè ascolto ma non sento, quelli visivi, ovvero, guardo ma non vedo e quelli cinestesici.

Un atleta in sequestro emozionale lo si riconosce dallo sguardo che vaga senza meta, quello che prima faceva in modo fluido ora lo fa in modo macchinoso, sembra che si sia dimenticato delle basi tecniche, anche quelle più semplici.

Anche questo argomento viene ampiamente trattato nel nostro corso, che teniamo in diretta on line, “ALLENARE GLI ALLENATORI AD ALLENARE” , rivolto ai singoli allenatori e alle Società sportive.

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