TRE METAPROGRAMMI UTILI PER L’ALLENATORE

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una testa stilizzata come logo

I metaprogrammi di comportamento, che sono uno strumento della P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica), costituiscono il “software” per comprendere come funzionano e come si comportano le persone.
Descrivono il modo in cui un essere umano pensa, elabora le informazioni, è motivato a prendere decisioni.
Sono fondamentali perché ci permettono letteralmente di capire come la persona che abbiamo di fronte pensa e si relaziona con il mondo e, quindi, ci permettono di comunicare con lei nel modo più efficace
Infatti alcuni definiscono i metaprogrammi anche “filtri”, attraverso il quale tutti noi interpretiamo gli episodi, interpretiamo la realtà oggettiva, facendola diventare la nostra realtà.
Quindi, per un allenatore, è fondamentale riuscire ad individuare e categorizzare i comportamenti dei propri atleti.
A quale scopo?
Al fine di poter comunicare al meglio, di poter dare le giuste risposte, di dire loro le cose in maniera tale che vengano recepite, oppure quando deve dare feedback.
Tra i vari metaprogrammi che la P.N.L. ha studiato, ne ho scelti tre, che con la mia esperienza sia da allenatore che da Mental Coach, ritengo molto utili e di facile riconoscimento per profilare i propri atleti e, di conseguenza, comunicare al meglio con loro:

“VIA DA VERSO” – “GENERALE E SPECIFICO” – “REFERENZA INTERNA E ESTERNA”

1^ – “VIA DA – VERSO”: è una leva motivazionale, conosciuta anche come leva del dolore o leva del piacere.
“VIA DA” significa che la persona si allontana e cerca di evitare ciò che non vuole o non desidera.
Come la riconosco?
La riconosco perché la persona parla di ciò che non vuole, di ciò che vuole evitare, usando parole come ostacoli, problemi, evitare.
Facciamo un esempio:
la scorsa settimana la gara non è andata bene e quindi questo “atleta via da” dice all’allenatore:
In gara non mi sono riuscite alcune cose e non mi sono sentito bene”.
“Ho trovato ostacoli che non ho saputo superare”.
“Ho avuto problemi fin dall’inizio”.

Io allenatore devo motivare questo tipo di atleta, utilizzando nelle mie frasi, parole come ottenere, riuscire, raggiungere, in modo che possa lavorare per un risultato migliore.
“VERSO” significa che la persona si muove verso ciò che vuole o desidera.
La riconosco perché parla di ciò che vuole, di quello che farà, di quello otterrà.
Facciamo lo stesso esempio:
la scorsa settimana la gara non è andata bene e quindi questo “atleta verso” dice all’allenatore:
“Voglio riuscire a fare quel gesto atletico al più presto e per questo mi devo allenare di più”.
“Voglio raggiungere quantomeno il podio”.
“Se nella prossima gara ottengo un piazzamento migliore, lo sponsor mi gratificherà”.

La differenza tra “Via da” e “Verso” la possiamo esemplificare con un altro esempio.
Ci sono persone che prima di andare in vacanza dicono:
“Sono stanca/o e voglio andare in vacanza”, oppure, “Guarda sono stufo/a di questo stress voglio andare a riposarmi”, (via da);
“Voglio andarmi a riposare e a ricaricare perché sono stufo di questo stress”, (verso).
Sembra la stessa cosa, ma non è la stessa cosa.

2^ – “GENERALE E SPECIFICO”, alcune persone necessitano di avere informazioni generali, altre di avere informazioni dettagliate.
Avete presente quelle persone che quando vanno a comperare qualcosa chiedono un sacco di informazioni della cosa che comprano, oppure ti dicono: “Dimmi esattamente …”, “Precisamente cosa intendi …” “Dimmi la sequenza …”.
Ecco, queste sono persone che operano in maniera specifica, hanno bisogno di dettagli.
Altre persone, invece, sono generali, quindi chiedono un’informazione, hanno una risposta generica, anche minima, e per loro va bene.
Usano parole come: “Generalmente …”, “A grandi linee …”, “In linea di massima …”.
Non c’è meglio o peggio, sono due modalità diverse per interpretare per poi agire attraverso informazioni che si vanno ad acquisire.
Per quegli atleti che operano in maniera dettagliata, un allenatore deve dare informazioni specifiche e dettagliate, in modo lineare, passo dopo passo, anche se sono tante.
Al contrario, dare informazioni molto dettagliate, a chi ragiona in maniera generale, potrebbe scaturire l’effetto inverso, cioè quello di perdere l’attenzione di questo atleta, che di conseguenza tende a non recepire nulla o poco.

3^ – REFERENZA INTERNA E REFERENZE ESTERNA.
Le persone con referenza interna sono coloro che dicono:
“So io come fare …”, “Sento che …”, “Ho pensato che …”,
quindi sanno loro, possono anche chiedere imput esterni, ma non vuol dire che li ascoltino e che ne tengano conto.
Quelli con referenza esterna di solito sono portati a guardare, ad ascoltare cosa succede all’esterno e quindi a comportarsi in relazione a quello che viene suggerito, a quello che succede, a quello che vedono o dagli esempi che trovano all’esterno.
Quando l’allenatore dovrà dire qualcosa ad un atleta che si pone come referenza interna, gli potrà dire:
“Perfetto facciamo così, naturalmente sai tu come interpretare, come tirar fuori il meglio dalle tue caratteristiche …”.
Questo atleta, quindi penserà di utilizzare le proprie caratteristiche per andare in quella direzione suggerita dall’allenatore.
Mentre un’atleta con referenza esterna avrà necessità di esempi e quindi l’allenatore potrà dire:
“Hai visto che quell’atleta, con caratteristiche simili alle tue, riesce a farlo?”,
“Hai visto anche quest’altro? Perfetto, quindi è utile che anche tu ti muova in questa maniera”
, e alla fine otteniamo lo stesso risultato.
Quindi tre modi di comportamento, tre metaprogrammi che, se riconosciuti, aiutano l’allenatore a comunicare in maniera efficace ed efficiente con i propri atleti, al fine di ottenere il meglio da loro, che è l’obiettivo di ogni ALLENATORE.
Anche questo argomento dei metaprogrammi viene ampiamente trattato nel nostro corso, che teniamo in diretta on line, “ALLENARE GLI ALLENATORI AD ALLENARE” , rivolto ai singoli allenatori (One-to-One) e alle Società sportive.
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