LE CONVINZIONI E LA LORO INFLUENZA SUL RISULTATO

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impossibile diventa possibile

Per raggiungere un obiettivo, un ruolo molto importante è svolto dalle nostre convinzioni.

E non parliamo di quelle che depotenzianti che ci frenano che coi buttano giù, ma di quelle potenzianti, che ci fanno stare bene che ci fanno raggiungere lo “stato di grazia”.

Che cos’è lo “stato di grazia”?

Lo “stato di grazia” è uno stato di totale congruenza tra corpo e mente, emozioni e pensieri, tutto concentrato come un laser, senza dispersioni, verso un’unica direzione.

La congruenza tra corpo e mente la si ottiene quando la mente conscia e quella inconscia, ovvero la ragione e il sentimento, viaggiano su traiettorie parallele e non si ostacolano a vicenda, ovvero quando le nostre convinzioni sono funzionali a quello che vogliamo ottenere.

Spesso noi vogliamo qualcosa razionalmente, ma dentro di noi c’è una vocina che ci dice che non ce la possiamo fare ma, per fortuna, può capitare anche il contrario.

E se c’è discordanza, ci possono essere dei veri e propri sabotaggi, perché le nostre convinzioni lavorano in profondità, borbottando come una pentola di fagioli in ebollizione.

La nikefobia, ossia la paura della vittoria, è un esempio un po’ estremo di sabotaggio inconscio e può avvenire quando l’atleta ritiene di non meritarsi la vittoria, di non essere all’altezza, per vari motivi, e in questi casi si comporterà come se avesse i piedi zavorrati.

È come se in una coppia di canottaggio ciascuno remasse in direzioni diverse e con ritmi diversi.

Gli autosabotaggi derivano da false credenze oppure da cattive associazioni: quando le nostre convinzioni profonde non sono d’accordo con i nostri obiettivi, scelti razionalmente, è fatale che incontreremo “misteriose” difficoltà.

Di contro, quando c’è congruenza, siamo in grado di ricorrere a tutte le nostre energie, sia fisiche che mentali, crediamo fermamente in quello che diciamo e facciamo, faremo di tutto per mantenere i nostri impegni.

La nostra fisiologia, i nostri occhi, la postura, i movimenti, le parole, tutto dirà che sono convinto delle mie capacità e che voglio fare quello che dico.

Di contro, se una persona desidera raggiungere un obiettivo ma è spaventata dalla fatica, dalle risorse, dagli sforzi che deve mettere in atto, è convinta di non averne le capacità, avrà un atteggiamento tentennante, dubbioso, demotivato.

Se non raggiunge il suo obietto ti dirà: “In fondo va bene anche così, non è poi così importante”.

Ma mentre te lo dice, dice di no con la testa, guarda in basso sfuggendo allo sguardo diretto, fa degli ammiccamenti, (vi ricordate il non verbale e la presupposizione NON SI PUO’ NON COMUNICARE?), quindi razionalmente pensa una cosa, ma il linguaggio del corpo rivela cha dentro di sé in atto una guerra.

Vi ricordate Cassius Clay nelle conferenze stampa prima di una gara, quando diceva che avrebbe distrutto l’avversario?

Ecco, quello è un esempio di congruenza massima perché tutto di lui, nella sua voce, nel suo sguardo, nel suo corpo, urlava la sua convinzione e la sua determinazione, più delle parole che pronunciava.

Anche questo argomento viene ampiamente trattato nel nostro progetto “ALLENARE GLI ALLENATORI AD ALLENARE” rivolto agli allenatori e alle Società sportive.

“Il successo è una conseguenza, non un obiettivo.” (Gustave Flaubert)

Articolo di Bruno Sbicego e Antonella Brugnoli

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