CANCELLA IL “NON” DAI COMANDI

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lavagna con cancellato il non

E’ utile usare il non nei comandi che diamo ai nostri atleti?

Qual è l’espressione che più frequentemente si sente dire dall’allenatore o dalle tribune: Non sbagliare, cerca di non tirarla fuori o frasi, o parole simili.

Cosa succede secondi voi all’atleta che sente queste parole?

Vi faccio una domanda.

Quando salite in macchina e digitate un indirizzo sul navigatore oppure quando prendete un taxi cosa dite al tassista?

Forse vorrei andare in Viale XYZ,  non voglio andare in stazione, dite cosi?

Gli dite invece: “Mi porti in Viale 4 Novembre, al N. xx”.

Quindi dove volete andare e non dove NON volete andare.

Che senso ha allora dire al giocatore cosa NON voglio che faccia.

Sarà più utile dirgli COSA VOGLIO CHE FACCIA

QUINDI DARE UN COMANDO DIRETTO!  

COMUNICA AI TUOI ATLETI DIRETTAMENTE QUELLO CHE VUOI CHE FACCIANO

Vi è anche un motivo neurologico per non usare il NON. Il nostro cervello non riconosce le negazioni.

Se io ad esempio vi dico: chiudete gli occhi e … Non pensate ad un elefante viola, voi sicuramente avrete subito visto nella vostra mente un elefante viola.

Questa è la dimostrazione che il nostro cervello non riconosce la negazione e per non pensare a qualcosa, prima prende l’immagine con tutto il suo carico emozionale, e poi, con molta fatica, ci mette una X sopra e cerca di cancellarla.

Ma ormai il danno è fatto!

L’emozione è partita ed è molto più facile cancellare l’immagine che l’emozione collegata all’immagine stessa.

Facciamo un altro esempio: chiudete sempre gli occhi e adesso non pensate ad un topopollo….

Ovviamente non esiste.

L’unica cosa a cui avete pensato è che dice?

Non avete provato niente perché il topopollo non esiste, il vostro cervello, pur sforzandosi, non ha trovato alcuna immagine e quindi nessuna emozione ad essa collegata.

Le emozioni sono scatenate dall’immagine evocata dal pensiero, non dal pensiero in sé.

E il pensiero si forma attraverso le parole.

Il nostro cervello è un soldato addestratissimo, ubbidiente e si farà in quattro per mandarci le immagini e le emozioni collegate alle parole che diciamo o ci vengono dette.

Per cui quando al mio atleta dico “non sbagliare”, il suo cervello gli manderà immagini ed emozioni collegate ad errori da lui commessi, insieme alla sensazione che voi state pensando, temete o siete convinti che sbaglierà.

Cosa abbiamo ottenuto così?

Che il nostro atleta si sta focalizzando sull’errore.

Era questo che volevamo? Immagino di no!

Quindi tutti i comandi che noi diamo ai nostri atleti che iniziano con il NON ad esempio “non mollare, non sbagliare, non aver paura di”, instillano nell’atleta stesso, nella migliore delle ipotesi il dubbio, più spesso la sensazione che l’allenatore non abbia fiducia in lui e che stia già pensando all’evento negativo.

Cosa fare? Cosa dire?

Ecco alcuni esempi

“Non sbagliamo la battuta dopo un ace!”,

“Facciamo una buona battuta dopo l’ace! / Battiamo in zona di conflitto dopo l’ace! / Mettiamo la palla in campo! /Batti in posto 5/Evita la zona X”,

“Non voglio che resti incastrato nell’angolo quando trovi altri ballerini!”

“Quando arrivi all’angolo, anticipa leggermente l’uscita con il corpo! / Arriva all’angolo e mettiti in una posizione in cui sei pronto a muoverti veloce! /Gira intorno agli altri e …”,

“Abbiamo già visto cosa fa il playmaker in quella situazione: non perdiamo la concentrazione!”.

“Abbiamo già visto cosa fa il palleggiatore in quella situazione: vi voglio svegli e concentrati! / Conosciamo già come si comporta e che schema di solito usa, quindi anticipiamolo”.

Ciascun allenatore ha delle frasi che ripete con una certa frequenza e in cui si riconosce.

Verificate se in queste vostre espressioni ci siano dei comandi negativi e girateli al positivo.

Allenatevi ad usare i nuovi comandi.

Ma poiché l’abitudine è una gran brutta amica e voi siete umani, il NON vi scapperà!  Niente paura.

Quando vi renderete conto di averlo detto, rinforzatelo subito con la stessa espressione in positivo.

Esempio: Non mollare …. (oopss l’ho detto) DAI TIENI DURO (il tieni duro con più enfasi).

Dare sempre comandi, istruzioni e incoraggiamenti al positivo.

Ho sempre parlato del NON nei comandi, nelle istruzioni per il futuro, per una azione da compiere.

Se invece stiamo analizzando un’azione già fatta il NON ci può stare!

Esempio: stiamo insegnando il bagher, ci stiamo sgolando per far loro capire la posizione delle mani.

Se qualcuno continua a metterle male io cosa dirò: non va bene metterle così ma devi metterle coli, PERCHÉ’ così non si aprono.

Siamo sul passato, su qualcosa che hanno già fatto.

Non è un comando, è una spiegazione.

MA in partita dirò loro: “metti le mani come abbiamo fatto in allenamento.”

Non dirò “Non mettere le mani sbagliate come fai sempre.”

CANCELLA IL NON NEI COMANDI e di ai tuoi atleti  COSA VUOI CHE FACCIANO.

Articolo di Bruno Sbicego e Antonella Brugnoli

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