POSTURA, COSA CAMBIA?

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figure di varie posture

Abbiamo visto in altri articoli che le emozioni sono date dalla variazione del cocktail dei vari neurotrasmettitori in risposta a stimoli esterni o anche interiori come i ricordi e il dialogo interiore, e che possono modificare la nostra postura.

Le emozioni si manifestano nel comportamento e nell’atteggiamento che un atleta assume – postura – che condiziona la sua capacità di focalizzazione e concentrazione.

Se un giocatore o un atleta arrivano all’allenamento o alla gara o alla partita con uno o più di questa postura e con questi atteggiamenti:

sguardo basso, mesto; occhi lucidi; volto scuro, preoccupato; voce incerta, debole, insicura; postura curva, rinchiusa in avanti; respiro superficiale, veloce, affannato. Secondo voi questo atleta è pronto per iniziare?

Vi viene in mente qualche altro atteggiamento che potrebbe indicare una situazione negativa che stia influenzando la postura di una persona?

Voi magari lo notavate anche prima, perché noi uomini siamo programmati per notare ed interpretare il non verbale degli altri, tuttavia oggi in più siete consapevoli di quanto il non verbale sia espressivo.

Può anche capitare al contrario che l’atleta vi arrivi in palestra con uno o più di questa postura e con questi atteggiamenti:

particolarmente allegro, lo sguardo distratto, il volto ridente, la voce chiassosa, la postura scoordinata.

Anche in questo caso pensate che l’atleta sia pronto per affrontare un allenamento o una gara?

In entrambi i casi il suo non verbale dimostra una disconnessione dalla situazione che deve affrontare.

Questo accade quando si portano dentro in palestra gli eventi che sono accaduti all’esterno, sia in negativo, ed in genere è più difficile scrollarseli di dosso, che fortemente in positivo, nel qual caso, se anche possono dare una buona carica, che se non ben usati mantengono la persona sulle nuvole.

E tutto questo può capitare anche agli atleti e agli allenatori. ad esempio problemi a scuola o con il lavoro, problemi interpersonali, dialogo interiore depotenziante (è un periodo negativo, non riesco a fare quello che voglio, i ragazzi/le ragazze non mi ascoltano).

La fisiologia delle emozioni si esprime quindi attraverso 4 fattori principali:

  • Espressioni del volto
  • Respirazione
  • Movimenti
  • Postura

Ovvero questi 4 fattori entrano nella comunicazione non verbale degli stati d’animo.

È stato ampiamente comprovato che la correlazione tra stati d’animo e fisiologia è strettissima e in entrambe le direzioni: abbiamo visto come il non verbale faccia trapelare le nostre emozioni ovvero NON SI PUÒ’ NON COMUNICARE (presupposizione PNL).

Quindi le emozioni inducono una certa fisiologia, di contro la nostra fisiologia induce il nostro cervello a determinare i cocktail di neurotrasmettitori adatti perché la mente interpreta postura-respirazione-espressione come altrettanti segnali di allarme o di tranquillità e agisce di conseguenza:

se ti senti giù costringiti ad assumere una postura eretta con le spalle allargate, petto in fuori e piedi leggermente divaricati (questa è una posizione che viene interpretata dal cervello come “essere pronti ad affrontare qualcosa”);

se ti viene da piangere solleva il mento e guarda in alto (i dotti lacrimali tendono a chiudersi);

se sei triste costringiti a sorridere, ma non con un sorriso tirato appena abbozzato ma con un sorriso aperto che solleva i muscoli delle guance fino  a socchiudere gli occhi (questo induce una produzione di serotonina e dopamina che ricordiamo essere i neurotrasmettitori del buonumore e della felicità);

se sei agitato inizia a respirare lentamente, la respirazione modulata e consapevole induce un cambio di stato, lo abbiamo visto anche l’altra volta.

È una forzatura?

Si all’inizio, ma è stato ampiamente dimostrato da studi americani e test scientifici che ci vuole circa un minuto e mezzo per allineare l’atteggiamento allo stato d’animo e viceversa.

È questione di allenamento!!!

Certo tutto questo deve essere sostenuto da un dialogo interiore positivo perché se mi metto con le spalle aperte e il petto in fuori e dentro di me penso di essere un verme, quella postura durerà pochissimo e non aiuterà a cambiare lo stato d’animo.

In questo caso è fondamentale avere a portata di mente delle frasi potenzianti in cui riconoscersi: “vado e spacco tutto”, “entro e scateno l’inferno”, “ce la farò ne sono certo”, “lo so fare perché mi sono allenato tantissimo”, etc.

Tutto questo da usare anche quando lo stato d’animo è neutro e avete bisogno di caricarvi.

Se siete allenatori fatelo fare ai vostri ragazzi già durante gli allenamenti, noi come mental coach cerchiamo di insegnarlo ma abbiamo bisogno di voi affinché i ragazzi si allenino.

E anche voi dovete allenarvi perché adesso sapete benissimo che il vostro paraverbale e non verbale influenzerà profondamente l’incisività della vostra comunicazione e non sarete convincenti nel caricare un atleta se sarete voi i primi ad essere sfiduciati.

CONSAPEVOLEZZA NON È UGUALE A RIMOZIONE!

Articolo di Bruno Sbicego e Antonella Brugnoli

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