LO SPIRITO DI SQUADRA PER IL SUCCESSO

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bambini in squadra

Creare uno spirito di squadra permette di ottenere esperienze positive ancora sconosciute.

la forza del lupo è il branco, e la forza del branco è il lupo” Rudyard Kipling

L’aspetto fondamentale che caratterizza la squadra è il lavorare tutti, ciascuno con il proprio ruolo, per raggiungere il medesimo risultato.

Questo si differenzia dal termine gruppo che possiamo riassumere in “un’insieme di individui che interagiscono fra loro influenzandosi reciprocamente e che condividono, più o meno consapevolmente, interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali”.

Quindi all’interno di una squadra è importantissimo che ci sia un gruppo.

Senza il supporto dell’intero gruppo nessuna squadra potrà mai raggiungere mete importanti.

La squadra che ottiene risultati, infatti, è quella i cui componenti riconoscono che se uno di loro ha successo, è l’intera squadra a beneficiarne.

Negli sport di squadra il benessere del gruppo riveste un’importanza notevole, così come la presenza di un allenatore che sappia capire, armonizzare e condividere sia il positivo che il negativo durante la stagione agonistica della squadra, creare appunto uno spirito di squadra.

Nella squadra ogni giocatore ha un ruolo determinante e con il suo modo di essere, di pensare e agire, può irrobustirla disgregarla.

Per arrivare a raggiungere il primo punto (irrobustirla), è essenziale che l’allenatore riesca a far ricorso a tutte le sue risorse psicologiche, usando ogni suo mezzo a disposizione per sviluppare un forte spirito di squadra fra i suoi atleti.

Egli deve saper incoraggiare il lavoro di squadra e l’altruismo, portare ogni giocatore a “rinunciare” alla gloria personale, all’egoismo, all’invidia e intervenire prontamente per smorzare sul nascere i possibili comportamenti negativi dei suoi.

Deve saper lavorare efficacemente, in modo da consentire che nel gruppo si possano liberamente esprimere i talenti individuali e far si che esista sempre una sana competizione tra i giocatori.

Tutto ciò deve essere conseguito senza il generarsi di assurde rivalità controproducenti (vedi l’invidia per il ruolo di titolare) che potrebbero rovinare la serenità dello spogliatoio. Nessuno deve mai, in alcun modo, sentirsi “escluso” dal gruppo.

La squadra, per ottenere dei risultati, ha bisogno anche dell’apporto dell’ultimo atleta aggregato.

A volte però, può capitare che i rapporti interpersonali all’interno della squadra, per vari motivi inizino a logorarsi; per impedire che ciò possa avvenire, l’allenatore deve essere particolarmente bravo a saper comprendere il gruppo in tutti i suoi complessi aspetti, avvertire eventuali malumori al suo interno e quindi individuare quei piccoli “nuclei” che possono destabilizzare la serenità dello spogliatoio stesso.

Per riuscire a fare tutto questo l’allenatore ha necessità di comprendere sé stesso sotto ogni aspetto. Comprendere gli altri è possibile solo se si sa conoscere le proprie debolezze e i propri punti di forza. 

LE RESPONSABILITÀ’ ALL’INTERNO DEL GRUPPO

Durante l’arco della stagione, il “gruppo” all’interno della squadra, può arrivare a mutare la sua fisionomia per vari aspetti che possono essere originati dalla rottura dei rapporti interpersonali, dagli infortuni, dalle critiche esterne, dal cambiamento in corsa degli obiettivi.

Un allenatore attento deve riuscire, in ciascuna di queste circostanze, a mantenere sempre alta la concentrazione al suo interno affinché continui a regnare l’armonia e lo spirito di gruppo, proteggendolo sempre e comunque.

Per arrivare a questo, è importante che l’allenatore sappia sviluppare necessariamente il senso del “noi”, una condizione “dell’essere” fondamentale, sia perché nasca un collettivo funzionante e vincente, sia per elogiare o criticare il gruppo.

Infatti, quando il tecnico riunisce il suo staff per fare il punto della situazione, con l’uso del “noi”, rafforza notevolmente lo spirito di collaborazione tra i suoi componenti, senza dover sempre apparire come l’antipatica figura autoritaria che sta al di là della barricata.

Per esempio: In caso di vittoria, anziché dire: “avete fatto come vi ho detto io e abbiamo vinto” sarà più utile sostituire questa frase con: “ricordate che in campo ci siete andati voi e siete voi che avete vinto la partita. Io vi ho soltanto impartito alcuni consigli e vi ho messo nella condizione di sfruttare al meglio le vostre potenzialità, ma il merito principale è solo ed esclusivamente vostro”; con un simile atteggiamento di umiltà (ma non dimesso!) l’allenatore riuscirà sicuramente a farsi ben volere e a godere pienamente della stima del gruppo.

In caso di sconfitta, un allenatore che ha la forza di assumersi la responsabilità dei risultati della propria squadra non dovrà pensare: “abbiamo perso perché non hanno fatto quello che avevo detto loro nello spogliatoio” ma bensì “abbiamo perso perché non sono riuscito ad essere particolarmente convincente quando ho dato loro le istruzioni tattiche per la partita”.

Quindi proprio per creare e mantenere attivo lo spirito di squadra, noi di Essebicoaching abbiamo creato un programma per “Allenare gli Allenatori ad allenare”, dove aiutiamo gli allenatori in questo aspetto della loro attività.

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