LE EMOZIONI, PERCHÉ’ SONO UTILI PER NOI

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le emozioni di in side out

Le emozioni quanto le conosciamo e come  le riconosciamo e quanto sono utili per noi?

Stiamo giocando bene, o stiamo facendo una buona gara, ci sentiamo sicuri o soddisfatti oppure forti o capaci o contenti o invincibili etc. etc.

Stiamo giocando male o stiamo facendo una brutta gara, ci sentiamo avviliti o arrabbiati o frustrati o insicuri o incapaci o deboli etc. etc.

La mia domanda è: “Ci sentiamo sicuri e forti perché stiamo giocando bene oppure stiamo giocando bene perché ci sentiamo sicuri e forti?”.

Oppure “Ci sentiamo avviliti, deboli, incapaci perché stiamo giocando male oppure stiamo giocando male perché ci sentiamo avviliti, deboli e incapaci?”.

In entrambe le situazioni è un po’ come il gatto che si morde la coda, un cerchio senza fine di cui non si può vedere il principio.

Proviamo a riformulare le due frasi:

  • Se mi sento sicuro e forte riuscirò a giocare al meglio delle mie possibilità;
  • Se mi sento avvilito, debole, incapace non darò il meglio di me.

Siamo d’accordo su queste ultime due affermazioni?

Quindi siamo tutti d’accordo sul fatto che gli stati d’animo e le emozioni influenzano le nostre performance.

La vera domanda è:

“Questo processo è irreversibile?”

Se mi alzo con il cosiddetto piede storto è proprio inevitabile che tutta la giornata vada a rotoli e che tutto l’universo decida che quel giorno tutto mi debba andare storto?

Se così fosse non ci sarebbero i campioni, non ci sarebbero le persone di successo e non ci saremmo noi mental coach.

I risultati che otteniamo sono determinati dalle azioni che intraprendiamo. Che cosa determina l’azione? Le emozioni!!!

Ma che cosa è l’emozione.

“L’emozione è il momento in cui l’acciaio incontra la pietra e scocca la scintilla” (Carl Gustav Jung).

Possiamo definire l’emozione come un movimento interiore, una risposta psicofisiologica correlata a uno stimolo interno o esterno.

L’emozione ha lo scopo originario di farci muovere e lo dice la radice stessa della parola “moveo”, di produrre un’azione, con l’aggiunta del prefisso “e” diventa “movimento da”.

Ogni diverso stimolo provoca un’emozione diversa, e ogni tipo di emozione prepara il corpo a diverse funzioni.

Per esempio, la collera fa affluire il sangue al cervello e agli arti superiori il che produce l’energia necessaria per un’azione aggressiva-difensiva vigorosa.

La tristezza fa cadere l’energia vitale, chiude la persona e le consente di elaborare la perdita per tornare in seguito a vivere.

La paura scatena una serie di risposte fisiche che servono a preparare la fuga rapida.

Al contrario, l’amore e i sentimenti di tenerezza provocano un’attivazione del sistema parasimpatico che è quel rilassamento che induce a uno stato di calma e di soddisfazione.

Negli anni settanta lo psicologo americano Paul Ekman ha individuato le emozioni di base universali, la cui mimica facciale sembra essere innata e presente in tutte le culture nonché nei neonati.

Se le emozioni di base e la mimica collegata sono universali, quello che scatena le emozioni non è universale ma dipende dalla cultura, dai contesti e dall’individuo.

E anche le emozioni più complesse, che si articolano a partire da quelle di base attraverso l’esperienza e quindi con la crescita dell’individuo, vengono fortemente influenzate da fattori culturali e ambientali.

Le emozioni di base individuate da Ekman sono:

  • Rabbia
  • Paura
  • Disgusto
  • Felicità
  • Tristezza
  • Sorpresa

Se non lo avete ancora fatto guardate il film “Inside out”  dove queste emozioni di base, oltre che ad essere simpaticamente rappresentate, sono individuate da colori.

Partendo da questi colori di base, come in una tavolozza, ci potremmo divertire a combinare le emozioni…

Nella comunicazione le difficoltà di cui abbiamo già parlato in articoli precedenti aumentano quando parliamo di emozioni in quanto per cultura e per educazione tendiamo ad essere degli analfabeti emozionali: il nostro vocabolario al riguardo è stringatissimo, tendiamo a non parlare di emozioni e soprattutto quelle negative tendiamo evitarle, fuggire da esse ed in questo modo, senza volerlo, aumentiamo il nostro malessere nel lungo termine.

Generalmente tendiamo a considerare le emozioni spiacevoli come negative, quando invece tutte le emozioni sono utili in quanto sono la risposta del nostro corpo/mente a degli stimoli e come tali vanno gestite e non ignorate o, ancor peggio, soffocate. Già i nostri genitori ci hanno insegnato a evitare le emozioni forti, “sei grande, non puoi piangere, sei un ometto devi reagire, cosa vuoi che sia, è una sciocchezza in confronto ai veri problemi della vita”, figurarsi usare un vocabolario articolato per descriverle: parlarne avrebbe significato essere deboli e lasciarsi dominare dalle emozioni.

I genitori di oggi, con modalità diverse, fanno però gli stessi errori quando cercano di evitare qualsiasi sofferenza o dolore al figlio, risolvendogli tutti i problemi.

Continua …….

Nei prossimi articoli analizzeremo le varie emozioni e come riconoscerle e farle diventare utili.

di Bruno Sbicego e Antonella Brugnoli   #essebicoaching  #sportmentalcoaching  #mentalcoachsportivo  #ProgettoDanza

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